venerdì 18 luglio 2008

Rispetto

Ne parliamo ad ogni istante, lo citiamo in tutte le frasi politiche, d’amore, di vita comune, con i figli come con gli amici, eppure… sembra una delle cose più lontane dalla nostra vita.

Se chiedo ad uno se crede nel rispetto reciproco, sicuramente non potrà non rispondermi che “Sì, sicuro, come non potrei?”, eppure, nella vita, negli atti grandi e piccoli, nel nostro vivere di ogni giorno, di rispetto, quello vero, ne vedo poco.

Alle volte mi domando se sono io che vedo male, se sono io che sono prevenuto e che cerco il pelo nell’uovo o che interpreto male le azioni altrui.

Mi chiedo se io non sia uno che veda il male, il bicchiere mezzo vuoto, e secondi fini, nelle azioni e nelle parole altrui, se non sia io che avverto odori strani e puzze varie, anche se nascoste.. nel modo di fare altrui.. ma non ci posso fare nulla… il non-rispetto lo vedo ad ogni piè sospinto e questo mi spiace eccome.

So che non è facile essere coerenti, che non è una cosa semplice riuscire sempre a seguire un filo logico nelle nostre azioni e nei nostri modi di fare, ma un minimo, un cercare di avere coscienza, consapevolezza.. alle volte, non lo vedo affatto!..o per lo meno.. non lo avverto!..

Siamo abituati da piccoli: la mamma che ci dice come vestirci, “Mettiti la maglia pesante che fa freddo!” e ce lo dice a 5 anni, poi a 10, poi a 20… all’infinito, anche quando noi abbiamo 60 anni e lei 80!

Oppure “Mangia la carne che ti fa bene! Devi crescere.. sei così sciupato!” e continua così all’infinito..

E come meravigliarsi poi dell’amico che prima di lasciarmi andare via, a notte fonda, dopo una cena a casa sua, mi "consiglia"...: “Non correre! Anzi, mandami uno squillo quando arrivi… così sono tranquillo!”… e con questa “scusa” ci ha trattato da dei semi-deficienti che magari a 40 anni devono avere uno che gli insegni cosa fare… come se poi io non potessi affrontare le curve di casa a 170 km/h alla faccia di quelle parole! Eppure, lui si è sentito il diritto-dovere di dire quelle parole... (se glielo chiedi dirà sempre che è per il mio bene! Anche se alla fine lo ha detto che in realtà è per la sua tranquillità.. vuole avere la certezza che io abbia fatto tutto!...).

E se glielo vai a dire, a tutte quelle 99 persone su 100 che hai intorno, che si preoccupano, che ti danno consigli e che si sentono in diritto di dire a te cosa fare e cosa non fare, come comportarti e come no.. se glielo fai notare che stanno prevaricando la tua libertà, che non ti stanno rispettando… si offendono, ti diranno che sei tu che sei un rozzo, un asociale, uno che non apprezza l’altrui amorevole cura.. uno che non capisce o .. peggio che non sa apprezzare…!

E così tu sei di fronte ad una scelta: fare l’egoista, fregandotene della sofferenza di chi non ti può aiutare ed essere libero, alla faccia della ingratitudine che ti viene rinfacciata (più o meno velatamente!), oppure scegliere di sottostare al “ricatto”.. accettare le amorevoli cure, fare contenti tutti.. tranne te a cui rompe da morire sentire consigli scontati e sciocchi ed inutili anche a 50 anni… e gonfiandoti le p…le, ma facendo il “bravo ragazzo” e facendo contenti tutti quelli che stanno in platea!

Meccanismi perversi: comunque tu scelga non ne esci mai a cuor sereno, a meno che tu non sia veramente egoista.. veramente nemmeno ti accorgi della sofferenza di chi ti sta intorno.. e fortunato te.. vivi tranquillo fino a 87 anni, come fece mio papà… beato! Ma io non sono lui..

Ma tornando al rispetto…siamo talmente intrisi di queste abitudini, le vediamo talmente nel 99% dei casi, che finiamo per prenderle come la normalità, la norma a cui quasi si deve sottostare; invece anormale è colui che non ci sta!

Ma non è per nulla normale! Nulla c’è di normale nel non accettare che l’altro, mio fratello, mia madre, mio figlio, mia moglie, ecc. sia diverso, abbia una testa diversa dalla mia, pensi… pensi diversamente da me! Nulla di anormale nell’accettare che mia figlia voglia prendersi un raffreddore non asciugandosi il sudore addosso, nulla di anormale nell'accettare che il mio amico voglia rischiare la congestione bevendo una bevanda ghiacciata quando ha caldo.

Magari mi accerto che conosca i rischi, ma … la libertà di vivere, anche e soprattutto nelle piccole cose… E una cosa unica.

Capisco chi poi chi va cercando la solitudine.. di fatto temo, l’unica via di fuga.. visto che anormale lo sei.. tanto vale esserlo fino alla fine, in modo completo!

Ed allora come meravigliarmi se poi non mi permettano di morire come voglio io, se affetto da una malattia tremenda e devastante, decida o lasci scritto che decido di morire ad un certo punto, oppure che le mie ceneri vadano disperse su qualche fiume o in qualche montagna del mondo?

Il mondo, la società è imperniata sul non-rispetto… anche se proclama come valore il rispetto altrui, delle regole.. della vita, ecc…. siamo intrisi di regole imposte da altri e che servono non a pararci dalla sopraffazione, ma per sopraffare l’altrui libertà…

Non dico che è meglio l’anarchia, anzi.. ma che dietro tanti bei discorsi, spesso si cela quasi l’opposto… eche coscienti ed ipocriti, oppure ignoranti ed ignari, siamo incoerenti, molto spesso!

Ed allora nel rapporto di ogni giorno trovo poco rispetto nelle mie azioni tese a capire prima che l’altro termini, il pensiero che sta esprimendo a parole, il pretendere di conoscere ciò che lui pensa e sente “dentro”.. ed in base alla mia presunzione agire e fare, e stabilire cose che in realtà vanno bene a me.. ma non è detto vadano bene a lui.. anche se è sempre "per il suo bene”!

Ho solo un amico, fra tanti, che quando si sente in dovere di esprimere il suo parere su azioni mie, o su qualcosa di mio, premette sempre un “se posso permettermi”.. solo una persona fra tanti… Qualcun altro mi fa agire, ma nell’ombra giudica e non è d’accordo, ma almeno formalmente mi rispetta…


Ma la norma, la normalità è tutt’altra cosa, del tutto diversa.. la normalità è di fatto non rispettare…


Scalare una montagna forse è cosa più ardua che avere costantemente la consapevolezza (dopo avere accettato il concetto che noi non rispettiamo affatto!), del dover accettare, rispettare, (ma intimamente) anche cose che noi non faremmo mai, neppure morti. Spesso subiamo, stiamo zitti, ma in cuor nostro giudichiamo, non accettiamo, ed invece l’accettare, con sincerità, con vera e pura sincerità.. quella credo sia la base di partenza.. per ricevere anche noi rispetto, quanto ne diamo agli altri.




Nessun commento: