domenica 28 luglio 2013

R




Forse cinquant'anni fa esisteva il Circolo, l'Associazione, il Partito o quel che era, dove incontravi gli amici, sedevi e potevi parlare sia seriamente, sia bevendo un'”ombra” di vino, passare del tempo a riprendere fiato dopo un giorno di fatica e di sudore...stare là senza far niente.
Oggi non è più così, solo poco di questo sopravvive. Ma altro è arrivato, bello o brutto che ci sembri, ma è una realtà,: esistono i social network, i forum, posti dove ci si incontra anche se non ci si guarda negli occhi, posti dove ci si scazza o ci si ama anche, eppure poco si sa dell'altro, se non ciò che l'altro vuole far vedere o.. sembrare.
Eppure... dietro a parole scritte e non pronunciate, intuisci molto, se apri le orecchie dell'anima e del cuore. Se ascolti bene, dietro a parole, reazioni ed emozioni di fronte a fatti a frasi altrui o altro, c'è un Essere Umano e pian piano qualcosa ne capisci, ne ammiri o disistimi, insomma è un modo diverso di conoscersi e piacersi o meno.

Come si entra, così si esce. Come ci si intrufola pian piano o senza ritegno calpestando e pretendendo di essere NOI, così se ne esce, alla chetichella oppure solennemente con la la banda che suona ed il corteo che ci osanna (o questo è quel che si vorrebbe, forse...).
Così al Circolo, si arriva, si vede giocare alle carte, ci si siede e si scambiano parole, impressioni su qualcosa, così si salutano amici o conoscenti eppure si saluta perché si va fuori, in vacanza o a curarsi, o altrove... se ne esce.

Così è la Vita, un entrare, uscire, crescere, cambiare, divenire, imparare, e tanto altro.

Poi ci si ferma, a riflettere, quando qualcosa ci attira l'attenzione, quando un colpo arriva e ci lascia un segno dentro o fuori, ma lo lascia. Ci fermiamo, a pensare e ripensare o riflettere e a fare congetture, riflessioni, elucubrazioni, scopriamo che siamo filosofi, più o meno tutti.

Dicevo che da posti virtuali si esce in tanti modi, come dal Circolo, salutando tutti o uscendo come se si andasse a fumare, però per poi non rientrare. Ho visto tanti di questi modi, non ne ho mai giudicati, ma ne ho ammirati alcuni, quelli che fanno e non hanno bisogno della fanfara, li ho ammirati e stimati e rispettati, in cuor mio. Sarà timidezza (la mia la è) oppure semplicemente la tranquillità di essere come siamo, di essere in pace con se stessi e non aver necessità di parole, inutili il più delle volte.

Così R, che non posso dire essere stato un amico, nel senso più classico del termine, è uscito, forse un anno fa, senza clamore. Gli scrissi anche. Credevo stesse in crisi con la Donna sua, confesso che anche forse lo giudicai, lei non sta proprio in forma e lui se n'era andato.
Arrogante che sono io!
E mi colpiva Lei, che ne scriveva, di lui, con pacatezza, con pace, forse celando amore e sofferenza del cuore, come giusto, come si deve quando si parla a qualcuno che conosciamo, ma che non è intimo, come avrei fatto anche io. Mi colpiva che non avesse apparentemente sofferenza, almeno che non la gridasse al mondo: oggi credo di capire che ne avesse, ma altra, dell'amore che le aveva tolto qualcuno, di quel sentimento che pochi provano e conoscono e che a lei tagliava una costola, per lasciarla senza, privata, seppure ricca di altro, di memoria, ricordo, di Vita vissuta. Sempre mi colpiva la sua saggezza, di lei e mi colpì il suo non rispondere ad un mio saluto, molto generico, ma pur sempre tale.

Oggi qualcosa di diverso la so, se sia la verità che poi non esiste, non so, ma so che le cose non erano come io, nella mia misera arroganza mi ero figurato, e ne sono felice.
R se n'era uscito dal Circolo, per fumare, o per far credere fosse così, ma con la sua maniera, silenziosa, tranquilla e sicura di se stesso, di chi le sue scelte le ha fatte e la sa fare, e non ha necessità della fanfara. Ma in realtà era per andare come gli elefanti, sulla collina a stare e poi forse addormentarsi nella sua coerenza di Uomo.
Ricordo di lui che scrisse quando aveva compiuto i 60 anni e mi colpì come ne scrisse, in modo diverso eppur bello, profondo eppure nella sua normalità. Forse anche perché quei 60 li vedo arrivare anche io ed allora lo lessi e in cuor mio lo stimai, per quelle parole.

Oggi è un giorno diverso, oggi il sole è sorto ancora e fa caldo, l'agosto del 2013 arriva presto ed il tempo lo conferma ogni minuto. Oggi R è altrove e forse sta ancora facendo scelte che sono solo sue. Oggi scrivo, le parole volano nell'arsura di fine luglio e sono qui a fare il filosofo.
Oggi è un nuovo giorno, la vita è sempre la stessa da milioni di anni.
Sudo e bevo, e penso ad R, a quel che di lui sapevo o credevo di sapere.

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Sudo, fa caldo... ma è normale, è la Natura che è così !