Mi sono svegliato presto,
da quando sta arrivando la primavera, o almeno sembra che stia
arrivando, mi sveglio presto: l'orologio biologico ha cambiato
orario, ha messo l'ora diversa, non legale, ma istintiva e mi fa
godere della luce, prima di quando accade in inverno....
Siamo animali ben
costruiti devo dire, abbiamo ben più di un potente microprocessore,
abbiamo tutto quel che serve, per vivere e capire come farlo nel modo
migliore, ma non sfruttiamo le ...”risorse”...
Mi sono svegliato presto
e sono uscito fuori a lavorare per liberare una tavola di legno che
mi era stata regalata, da una copertura in feltro per poterla
utilizzare (la tavola, non la copertura!) per farci la casetta per i
pipistrelli che spero la accetteranno...
Mi sono messo fuori a
lavorare, per togliere la miriade di chiodi che tenevano a posto la
copertura. Il sole qui da me, in questo periodo, arriva da dietro la
montagna verso le 8,30 e quindi mentre lavoravo avvertivo il fresco
del mattino, tenuto a bada dal lavoro manuale. Lavoravo ma con calma
e d'altra parte che fretta c'era, avevo tempo!
Ho tempo!
Mi sono fermato diverse
volte, ad ascoltare. Quanto poco siamo abituati a farlo, quanto ci
siamo persi nel tempo!
Già ieri sera mentre
andavo fino ai bidoni della spazzatura (circa 500 m da casa), con la
scusa di gettare un po' di carta, ma in realtà con il desiderio di
fare una passeggiata a fine giornata e godere dell'aria, mi ero
goduto questa aria nuova e questo “tutto” da cui sono circondato
eppure non soffocato, tutt'altro. Nell'aria serale si sentiva un
asino ragliare di fronte, ancora qualcuno segare la legna, come aveva
fatto per l'intera giornata, e uccelli cinguettare calmi e non
entusiasti come al mattino, quando sono felici del nuovo giorno che
li abbraccia. Sentivo lo scorrere del torrente poco sotto e l'odore
dell'aria che mi veniva incontro. Era una scena leopardiana,
bucolica, era quella che avevo la fortuna di vivere.
E stamane si è ripetuto
questo che potremmo definire letterariamente un miracolo, e che
invece è la normalità, quella che dovrebbe essere la normale vita
di un animale bipede.
Gli uccelli stavolta
allegri e vivaci come ogni mattino sia che ci sia sole, che piova, i
rumori lontani di lavoro nei campi o davanti le case, un lontano
odore di legna bruciata e quel silenzio carico di vita e non morto
come fra l'asfalto durante la notte o la domenica d'estate....
Mi fermavo e poi
riprendevo il mio lavoro.
Ho estratto chiodi su
chiodi e pian piano il legno è tornato a farsi vedere ed io ero
contento, perché avevo il legno per fare la casa ai chirotteri e non
dovevo comprarla, non volevo farlo. Non per tirchieria, ma perché di
legna ne ho e non ha senso comprare quello che già si ha.
Così, lentamente è
trascorso del tempo, una mezzora, forse un'ora.
Piano piano è uscito il
sole, si è alzato dal suo letto, dietro la montagna e mi ha
scaldato le ossa, come diceva Ungaretti.
Ho estratto chiodi che ho
visto essere ancora utili, e … li ho messi in un barattolo, perché
buttare non è nel mio stile, specie quando la roba si può realmente
ri-usare.
Alla fine mi sono trovato
col legno pronto per fare la casetta, chiodi che se serve posso
usare, e del tempo trascorso gustando la Vita e con qualcosa che non
si descrive e che non ha prezzo, qualcosa che rimane e non si vede,
come il trucco.....
Tanta serenità d'animo.