giovedì 31 luglio 2008

Morte o risveglio...?


Son qui alla riva del lago,

la nebbia avvolge tutto, ma non fa paura,

il silenzio ammanta di pace questo posto,

solo gli animali, delicati, cantano il loro inno.


Scendo da cavallo e poso le armi,

qui non servono armi,

mi avvicino all’acqua e bevo,

disseto il corpo, avverto la sete dell’anima, dentro me.


Mi aggiro ed esploro, ma non avverto pericoli,

è strano per me abituato a mille battaglie,

abituato a mostrare coraggio,

sedermi in pace, nel silenzio, nel nulla.


Il cavallo si allontana e cerca la sua pace,

il bosco mi osserva tranquillo e fresco,

il sole mi ravviva i capelli sulla fronte,

ma senza essere violento.


Mi siedo e finalmente ascolto questo silenzio attorno a me.

Avverto la stanchezza nelle membra e nella testa.

Avverto la fatica di essere giunto, superando mille prove.

Sento che posso gettare le armi.


Non voglio morire, ma le getto perché qui non mi servono più,

il castello che mi osserva dal lago

non mette paura, anzi invita a giacere in pace

ed io mi abbandono a questa sensazione.


Scoiattoli si rincorrono, arrivano a poco da me,

una volpe salta qui e là inseguendo fantasmi di piccole prede,

uccellini volteggiano e cantano felici,

qualche pesce fa capolino da cerchi nell’acqua.


Pace! Questo mi sta dicendo il castello.

E d’improvviso ricordo:

battaglie, morte, ferite e sangue.

Odio, rabbia, assalti e fughe precipitose.


Mi sembra tutto un’altra vita fa.

Mi sembra come aver vissuto un sogno.

E sento l’improvviso abbandono delle mie membra

Avverto come un torpore a cui non avevo mai dato attenzione.


MI stendo nell’erba e l’umido mi rinfresca le ossa,

il sole mi copre dandomi affetto e rimboccando la coperta del suo tepore,

il cielo azzurro mi chiude gli occhi dicendomi “Dormi mio caro!”

Non avverto neppure il sonno, e forse sonno non è.


Una luce mi stordisce e mi abbaglia

Cerco di aprire gli occhi ma non riesco a vedere bene

Una voce mi chiama da aldilà

Una voce dolce ed amorosa


Sento l’amore, sento la pace che mi avvolgono,

il viaggio è finito ora posso riposare per sempre

ora ho finito di combattere battaglie e guerre senza fine

e senza motivo, che dureranno anche dopo me.


“Buon giorno amore mio”

La mamma mi sorride mentre apre bene le persine della mia stanza

Il suo sorriso mi illumina il giorno come sempre nella mia vita

“Buon giorno mamma!”


Sereno mi alzo dal mio letto,

e la abbraccio rispondendo al suo bacio,

ed al suo fresco sorriso.

Mi alzo e lascio le lenzuola con il segno del mio corpo.

Vado verso la finestra e mi faccio abbracciare ancora dal sole.

Lo guardo, provo a farlo, ma gli occhi non si possono aprire: troppa luce!

E felice esco all’aria aperta del nuovo giorno.




mercoledì 30 luglio 2008

Piccolo gesto




Piccolo gesto è carezzare un viso e sorridere godendosi la sensazione della mano

Piccolo gesto è sussurrare una parola di serenità alla propria bambina.

Un piccolo gesto è regalare il sorriso ed una parola al commesso alla cassa,

come gustare il sapore di un buon bicchiere di vino dopo una faticata


Piccolo gesto è rallegrarsi del pranzo che prepari

ed osservare chi ami che assapora felice ciò che hai preparato

Un piccolo gesto è rassettare le coperte a lei che dorme

E poi darle un bacio sulla schiena e sussurrarle “Buona notte!”

Piccolo gesto è godere del suo sorriso felice


Piccolo gesto è dare un po’ del tuo cibo al cane che aspetta in silenzio,

ma anche gettare molliche ai passeri ed a i piccioni

E’ un piccolo gesto donare una battuta e far sorridere chi lavora duro,

come augurare “Buona giornata!” a chi ti ha servito


Tanti piccoli gesti fanno parte della mia vita

Un piccolo gesto è respirare e gustare l’aria che mi nutre,

ma anche assaporare il fresco della fonte

come far scorrere l’acqua della doccia sul mio corpo


Solo piccoli gesti fanno la mia vita

Tanti piccoli gesti danno valore alla mia vita

Solo piccoli gesti fanno la mia serenità

E i piccoli gesti son fortunato perché li sento e li apprezzo.

Sono fortunato perché la vita mi ha fatto così

Se ero un sasso forse non avrei conosciuto tanti piccoli gesti

Chi sa….





Al cane..


Sarà che sto attraversando un periodo di sensibilità emotivo.. sarà che altro.. non so, ma stamattina mi ha colpito il tuo sguardo: eri muta, silenziosa, anche un pochino umile forse, ma non troppo, ma silenziosamente in attesa, e silenziosamente mi fissavi con quei tuoi occhi che parlano più di tante parole.. Mi fissavi, facevo colazione, aspettavi.


Tante volte preparo il cibo, tante volte mangio e.. c’è sempre qualcosa per te, forse per quel tuo muto chiedere senza essere invadente, per quel tuo aspettare con umiltà paziente, ma mai senza dignità: trovo sempre due tre bocconcini da darti e con vero piacere notare quanto li gusti, quanto sei ghiotta.. di tutto!


Mi sono soffermato a fissarti, cercare di “vedere” dietro quegli occhi scuri che mi fissavano, e tu silenziosa, impaziente ma silenziosa, tranquilla, ma che trasudavi impazienza ed emozione non so se per il cibo, per l’attenzione che viene da un umano, o per altro.. Mi sono soffermato e mi ha colpito qualcosa che non so spiegare, ma che nel tuo sguardo c’era… e ti ho amata… non come si ama una donna, ma amata veramente, ho sentito trasporto, emozione, ho avuto voglia di abbracciarti… Come mio solito (mi dicono che sono un rospo!), mi sono fermato, mi sono bloccato e non ho esteriorizzato quel che avevo dentro.. ma forse tu, dall’alto della tua capacità di percepire, con istinto, quel che uno prova.. hai sentito e.. lo spero proprio, me lo auguro, perché sono stato uno sciocco, un cretino travestito da maschio che non si concede alle “mollezze” dei sentimenti..


Ora ripenso a te, al tuo sguardo, al tuo modo di essere, forse dovuto a mille soprusi e sgarbi che hai subito, da umani ed animali, in gabbia e fuori, in strada, ma certo un bel modo di essere, tranquillo, forse anche un po’ malinconico, ma pieno di vita e di sentimento, di gioia pura ed innocente per pochissimo, per un gioco di plastica che fischia come di una corsa di 100 m in un prato, per uno scherzo che io ti faccio tirandoti la coda, come per una carezza fatta sul tuo musetto così bello e pulito.


Non ti invidio, non saprò mai cosa hai passato, ma certo hai passato due anni di pensa e valgono venti dei miei… ma ti voglio bene, e imparo da te a gustare del presente, dell’istante che viviamo, del momento che ci pervade e ci accarezza… e tu hai questo potere, questa saggezza.. e te ne sono grato!




martedì 29 luglio 2008

Ti porto al mare...


Ti osservo,

muto, in silenzio,

e sorrido ai tuoi occhi felici.


Corri, cerchi il mio abbraccio,

cerchi la sicurezza e l’amore,

mi salti in braccio.


Andiamo verso il mare,

hai fiducia, ti senti sicura,

darei la vita per te, quale porto è migliore?


L’acqua del mare ci accarezza,

il sole ci avvolge caldo ed amico,

ridi e gioisci felice, lo gridi al vento.


Che grande regalo ho avuto!

Che unica fortuna mi è accaduta!

Che dono immenso ed inaspettato!


Non avrei mai saputo che sarebbe stato così

Non avrei mai immaginato tale emozione

Non c’è scritto in alcun libro


Quanto sprechiamo della vita!

Quanto non capiamo i momenti che viviamo!

Quanto cerchiamo rifugio nel passato o nel futuro!


Quanto ho gettato di tutto questo

Ed ora non so riacciuffarlo

Quanta stupidità!


Prego quel Dio che non conosco

Di darmi tempo per imparare

A tornare su una strada che ho perso da anni


Prego quel Dio di darmi forza

Per parlare e chiedere perdono

Per cercare nei tuoi occhi un segno


Non so se riuscirò

Non so se avrò forza

Non so se avrò tempo


Ma le mie parole rimarranno

E testimonieranno il mio amore

Canteranno la mia anima che era per te… Per sempre!




A te...anima mia!


Spero che un giorno ti volterai a guardare la nostra vita, come si è intrecciata e come si è dipanata negli anni.

Spero che avrai modo di osservare e cercare di capire e dare ascolto a quelle parole che forse oggi non riesco a dirti o che forse ho anche paura a pronunciare.

Nutro la speranza che tu riuscirai a “leggere” nelle mie azioni non solo il frutto delle delusioni che avrai patito da me, le mancanze, i difetti che indubbiamente tu sei brava a trovare e che con puntiglio alle volte implacabile riesci ad individuare e che non lasci mai passare..

Spero che riuscirai a dare uno sguardo di insieme a quella vita che io ho vissuto sempre osservato da te, analizzato, giudicato, sottoposto ad un esame scrupoloso e senza ombra di compassione.

Mi auguro che riuscirai a scorgere i barlumi di una umanità che io ho avuto e che ho tuttora, pur se sepolta sotto povere miserie di uomo che forse un dì era il tuo ideale, ma che oggi è solo un uomo e che forse ai tuoi occhi non sta meritando quella fiducia che tu volevi dargli.


Mi auguro che in questi anni ed in quelli che sarà giusto io ancora impieghi con te e che non so quanti sono.. io sia riuscito a darti comunque qualcosa che tu porterai dentro di te, nel posto più segreto del cuore; mi auguro che sia riuscito a farti capire quanto comunque, anche nei momenti di apparente mia massima nullità come uomo, tu non sia mai stata messa dietro altro o dopo altri, non sia mai scomparsa dal mio cuore e dalla mia mente.


Spero che riuscirai a scorgere come in ogni caso la mia vita sia sempre stata intrisa di amore per te, tesa a darti qualcosa che ti serva per andare avanti senza incappare nei miei dolori e nei miei errori, o che anche nei dolori, ti aiuti a risollevarti meglio di come ho fatto io.


Spero che capirai che il vero uomo non è colui che non sbaglia: quello è un ideale che non esiste; il vero uomo non quello che non dice mai una menzogna: anche quello non esiste; il vero uomo non è colui che non cambia mai la sua opinione!

Spero che abbandonerai questi falsi miti che anche io avevo e che ho dovuto abbattere con il tempo, ricreandomi una mia filosofia, non di comodo, ma fondata sulla vita, sul mio vissuto e su quello che ho visto vivere ai miei simili.

Spero che capirai che l’Uomo, quello degno di rispetto, è colui che prende sulle spalle le sue responsabilità, le sue miserie, le sue cattiverie, ed a testa alta accetta che coloro che ne hanno patito, dicano, si sfoghino, gli facciano capire cosa hanno patito da lui e lui sempre a testa alta, ma con il pentimento nel cuore, si faccia carico delle sue responsabilità, sappia ricominciare, aiutare gli altri ad uscire dal buio, caricandosi quei pesi che ha creato ed accettando la sua umanità, la sua normalità.


Quell’uomo non ideale ha dei sentimenti, quell’uomo ha amore dentro ed una volta accettato se stesso, anche lui è capace di dare molto, ed a te ha dato tutto, dopo avere tolto tanto!

Quell’uomo negli anni a venire ci sarà sempre; se tu volerai alta ti osserverà, magari con un binocolo e ti amerà, ti benedirà, sarà accanto a te.


Un giorno quell’uomo ti sarà forse angelo custode ed avrà modo di proteggerti o ispirarti, senza che tu ne sia cosciente, come altri hanno fatto per lui.


Mi auguro che un giorno avrai la pietà di perdonare il male, ma anche la gioia di riconoscere l’amore di cui ti ho ricoperta.


Mi auguro che un giorno tu abbia il cuore aperto per accogliere dentro di te e portare ben custodito il mio ricordo, non triste, non per piangere, ma per gioire, per migliorare, per essere forte, indipendente, essere te stessa!

Mi basterà questo per avere vissuto in modo utile a te!




Il tempo, il tango.. l'Amore...


Tempo fa da qualche parte ho letto che un legame sentimentale si fonda prima di tutto, sul “rapporto” fra i due protagonisti, e questo porta alla stabilità, alla solidità del rapporto stesso….

Stasera ne ho avuto una riprova indiretta, un “quadretto che ho osservato in silenzio, meravigliandomi e gioendo con gli autori di tale opera…

Percorrevo una stradina di Igea Marina, facendomi largo fra la folla protagonista dello “struscio” serale nelle viuzze piene di negozietti e bar, folla che indugiava pigramente nelle inutili vetrine dense di gadget che esistono ad esclusivo fine turistico, quando .. improvvisa, quasi sorgente dal nulla, una musica, un tango forse, da un locale poco lontano, ha attirato la mia attenzione.

Pochi tavolini all’aperto, alcune coppie, di varie età, sedute a degustare aperitivi o digestivi, un musicante con tanto di base elettronica e tastiera e qualcuno in pista a ballare balli di un tempo andato, ma che in certi ambienti, fatti di persone non proprio giovani, sono tuttora in voga.

A questo assisteva un gruppetto di curiosi e di nostalgici che si cullavano al ritmo delle note e delle melodie. Erano uomini e donne, di vario genere, assortiti, chi in gruppo, chi in coppia, chi solo, chi passante senza meta come me..

All’improvviso, senza clamore, senza quasi farsi notare una coppia si muove: sono un lui ed una lei, (avranno 150 anni in due!), si spostano di qualche metro, per trovare dello spazio ed… iniziano a ballare, sull’asfalto della strada, andando perfettamente a tempo con la musica ed eseguendo passi ritmati e precisi…

Sono vestiti in modo vagamente dimesso, assolutamente non eleganti nell’aspetto, ma sfoggiano una classe nei movimenti da fare invidia a tanti molto più giovani.

E loro sono anche rallentati dall’età avanzata!

Hanno danzato e volteggiato per diversi minuti, su questa “pista” improvvisata e invisibile a chi non sa che c’è; sono stati ammirati e forse invidiati, dalla piccola folla, me compreso; e loro, mentre ballavano si guardavano negli occhi, si fissavano, persi in loro due, come due ragazzini quindicenni al primo contatto fisico… in piena tempesta ormonale.

A pochi metri di distanza la folla, ignara, consumatrice di nulla… continuava a fluire costante, leccando gelati e comprando cose che forse mai userà… e perdendosi un’occasione di gustare qualcosa di vero e genuino più di tanti piatti di cucina tipica.

Loro, i due innamorati, hanno eseguito questa danza, dimenticandosi del mondo che c’era attorno, godendosi piccoli istanti densi di un sentimento che solo loro conoscono, che appartiene solo ai loro cuori, ma che traspariva da quel ballo così delicato e così elegante.

Non conta cosa fra i due si faccia, quei due nemmeno si pongono il problema di che tipo di legame ci sia, della sua stabilità, dei presupposti filosofici del loro rapporto: ma (ieri era evidente ad un cieco!), hanno qualcosa che li unisce e che evidentemente ancora li tiene vivi.. l’Amore!




domenica 27 luglio 2008

Folla


Folla che parla, folla che corre.

Folla che si diverte e che urla, ma che non ascolta.

Folla che sta bene nella folla, perché “si deve fare”.

Folla che viene spinta verso il baratro e ne è contenta.


Discorsi che si fanno sempre, discorsi che fanno tutti.

Parole gettate senza saperne la natura, senza nemmeno ascoltarne il suono.

Idee che non ci appartengono, idee bevute a piena bocca,

idee che attecchiscono come il seme di grano,

e ci portano ad essere folla.


Tutti, insieme, in gruppo, compatti, ci sentiamo bene.

Insieme nel gruppo siamo forti, ci sentiamo forti,

nel gruppo viviamo tranquilli.

Additiamo il diverso, chi urla controcorrente, chi se ne esce con parole sconce,

additiamo il colore differente, additiamo l’odore non abituale,

indichiamo con l’indice ciò che fa paura, e nel gruppo lo esorcizziamo.


La folla legge il giornale e lo commenta,

la folla pensa per bene e rispetta le regole,

la folla non fa mai del male, anzi reprime ciò che è peccato!

Il peccato non appartiene al gruppo,

il peccato fa uscire dalla sicurezza!

La folla pensa insieme e va per la strada giusta.

Il gruppo è fatto di brave persone,

quando qualcuno sbaglia ci si meraviglia,

ci si scandalizza,

si rimane sconcertati,

e lo si caccia dal gruppo, lo si manda in esilio,

se poi muore e si toglie di mezzo, è meglio!

Non dà più fastidio.


Il diverso dà fastidio,

crea disagio e rumore che odiamo tutti,

dà cattivo odore a chi si lava sempre e si mette il deodorante,

esce dalle regole e dà cattivo esempio,

ciò che è diverso non serve al progresso.


Parlare diverso, pensare diverso, vestire diverso,

mangiare diverso,

fare cose in orari strani,

andare controcorrente, prendere le cose che altri scartano,

dire cose che altri non hanno coraggio di dire,

pensare e fare cose che tutti temono,

perché loro sono “folla”…

questo è molto “diverso”…


Dio del Cielo fammi sempre essere diverso!




Relazioni ... nuove

Ho letto di recente ed imparato sulla mia pelle che le “relazioni” tutte, di qualsiasi natura esse siano, hanno un valore, una importanza e vanno rispettate, vanno curate, vanno trattate con estrema attenzione, perché hanno valore.


Anche quella con Missy!


Nata per caso, nata per una coincidenza, non proprio cercata, eppure una relazione che ha significate e da cui si impara tantissimo.


Missy non è il mio cane, ma con lei vivo una esperienza strana… le voglio bene, mi fa tenerezza e cerco di darle quel che credo abbia avuto poco: l'affetto!


Non è quel cane che io cercherei e vorrei a tutti i costi, è piccolina, un po’ umile, certo non il tipo di cane che vorrei per me.. ma si è creato un rapporto con lei.. ed è una gioia osservare come, nella sua umiltà, nel suo essere non invadente, piccola e buona, lei cerchi quel che la nostra relazione le sta dando: l’affetto e l’attenzione.


Oggi era nel cestino della bicicletta e giravamo fra la gente, nel sole, nella giornata di luce e di tepore, dopo la pioggia. Credo non abbia mai avuto questa esperienza, e si guardava con curiosità, con la semplice ed innocua curiosità di chi non ha mai visto, ma che gusta ed assapora tutto, anche se è…. solamente un cane.


Quando le faccio i dispetti e gli scherzi e lei accetta e subisce tutto, mi piace l’idea che lo faccia perché sente che le voglio bene, anche se non voglio che stia sul letto.. mi piace credere che “senta” che ho affetto ed attenzione sinceri e che li accetti e li assorba per quel che la vita le dà, con semplicità e sincerità.


Mi piace credere che se avessi bisogno, lei, piccola e minuta, abbaierebbe almeno per spalleggiare con me il mio bisogno, la mia minaccia… mi piace credere che anche lei mi voglia bene... perché anche io lentamente gliene sto volendo, a mio modo, dopo esperienze dolorose del mio cuore, ma sto riaprendomi ad un rapporto di questo genere…


Sto imparando da questo silenzioso ed umile cane, che la vita ha tante facce, che ha tanti piccoli e banali momenti, anche non clamorosi, ma che se gustati ed osservati, possono lasciarti bei ricordi, anche silenziosi e poco appariscenti, ma densi di calore, di sentimento, di “valore”, e questo io lo sto imparando da lei, da Missy!




domenica 20 luglio 2008

Gesti



Le nuvole corrono inseguendosi

Il vento gioca con le tende della mia casa,

agita i teli e fa strani rumori,

il sole scappa, fugge, ha paura e si nasconde,

l’acqua del lago si increspa e si rallegra a tratti,

le papere sentono l’aria e si rifugiano nella loro tana di legno.


Il cane è piatto, sotto la sdraio davanti casa,

dondolano le lanterne che illuminano la sera,

anche se ora sono solo inutili rumori

e begli arazzi che circondano un portone d’oro.

Altri disegni i cielo sostituiscono quelli gettati via dal sole,

altri uccelli contano nel vento e vengono ad allietare questa sera di luglio


Un legno galleggia nell’acqua e veleggia al largo,

porta il mio urlo di aiuto vero la vita,

porta la mia anima che naviga nella tempesta.

Un raggio di sole lo colpisce improvviso

Ne scalda l’anima e ne rallegra le ossa

Il legno veleggia tranquillo

Si sente rassicurato


Osservo, dietro ai vetri, questa lenta scena lirica

Osservo fuori e vedo dentro

Getto gli occhi nel lago

E ne risalgono immagini nitide

Vedo il buio della mia vita

E sento urla e stridore di pena

Sento il vento, ma sarà suo quell’urlo disperato?


Mi volgo,

i libri mi parlano in silenzio,

la penna riposa nel calamaio, pronta a scolpire sentimenti

la mia vita mi osserva calma,

c’è silenzio dietro me,

c’è fragore fuori, ma non lo ascolto,

ascolto altro, io


Un odore arriva al mio animo

È cibo fresco, è cibo pronto,

è gioia, è nuova vita

Mi desto da questo sogno e dal sonno che ho

Mi sveglio, ma poi son sicuro?

Era sogno, era vita?


Lei sorride, ignara, non ha sentito nulla

Lei mi corre incontro,

mi abbraccia, mi sopraffa di gioia e amore

l’amo, rispondo a lei e mi abbandono alla sua gioia

ringrazio chi me l’ha mandata, ringrazio me che ho ancora forza

e godo del semplice atto di amare

questo animale puro e sincero che mi dona il suo amore da sempre.



Serenità


Il sole all'orizzonte

Basso negli occhi mi brucia e mi costringe a socchiuderli

Mi schermo con la mano ed osservo lontano

Dove lo sguardo libero corre nel verde

Dove nessuna gabbia mi chiuderà mai

E sento odore, sento la vita, sento lo Spirito che vive


La sedia a dondolo oscilla sulla veranda,

il libro scorre e le sue parole fanno eco ai sentimenti

mi godo momenti e il lento dondolìo

del mio corpo stanco, ma vivo e felice

mi godo l’aria che mi abbraccia nella sera


Un soffio nell’erba, scuote fili sottili,

accarezza le margherite che stanno per dormire

copre il ruscello per la sera

riordina la scena prima della fine

e lascia ogni cosa al suo posto


Un lontano odore mi richiama

Un filo di fumo sale lento e lento muore nel nulla

Una luce riflette il sole dai vetri al mio viso

Due uccelli si abbracciano d’amore

Danzando nella sera fra mulinelli d’aria


Lo sguardo scorre, indugia, si distrae, corre di nuovo

Sento i polmoni riempirsi,

il corpo gonfiarsi, l’animo commuoversi

abbraccio la mia vita qui davanti

lacrime scendono solitarie sul mio viso


Felicità è anche questo,

forse è solo questo

sono grato, sono pieno di lei

ricordi scompaiono dalla mente, e dissolvono nel tramonto

ricordi muoiono lenti ma senza posa


Il fumo della pipa ormai è sparito da ore

Rimane il sapore, e la memoria

Mi scuoto, sorrido alla mia vita semplice

Mi volgo indietro e vedo chilometri di dolore

Ma anni luce di gioia


Volgo ancora gli occhi

E scorgo il sole che muore

La luce che va verso Marte

Quella stessa luce che segna la strada

Sull’acqua limpida del ruscello


Le fronde del melo scuotono all’aria

Il gracchio rincorre la sposa verso casa

Il cane si acciambella per la notte

Riaccendo la pipa, mi siedo sul dondolo

Aspetto la notte, con fiducia

Porterà te!




sabato 19 luglio 2008

Scrivo

Perché lo faccio da quando ricordo, e da quando ho avuto modo di esprimere i miei sentimenti in questa maniera.

Scrivo anche perché mi riesce bene, mi piace rileggere e vedere che riesco a dire ciò che ho dentro, forse talvolta, meglio che a parole.

Scrivo perché mi riesce di veder dentro me con lucidità mentre metto su carta o su computer, e questo mi aiuta a capirmi.

Scrivo perché lo faccio da sempre, forse l’ho fatto anche in altre vite, forse so fare bene solo quello.

Non so nemmeno se lo faccio bene, ma scrivo, perché il mio animo ha bisogno che io lo faccia.

Hillary disse che era andato sull’Everest perché “era lì”, io scrivo perché “va fatto”…

Scrivo perché quando lo faccio mi sento bene, anzi meglio, anzi, mi sento come se avessi dato qualcosa a qualcuno e questo qualcosa gli facesse bene.. poi non so se è vero, ma mi fa sentire bene, migliore, più buono, forse.. o no..?

Scrivo perché con le parole ci riesco, a tirare fuori i sentimenti, a scavare dentro quella caverna buia che sta nel mio profondo, e quando torno alla luce, ho sempre con me una bella preda, una parte di me che viene alla luce e spesso scopro che è meno tetra di ciò che credevo. Ma scrivo anche per dare sensazioni e benessere a chi amo, per dare pace e serenità, perché so che ci riesco. E fare questo mi fa sentire bene, mi fa capire che posso dare.. e dare mi piace, mi fa stare in pace con me stesso.

Anche se so che non sono una brava persona, sono solo “una” persona.

Scrivo perché più lo faccio e più mi viene e perché non posso farne a meno, morirò scrivendo, ho imparato da mio padre.. e lui è morto bene.. spero di imitarlo!


Qualcosa cambia…



Qualcosa cambia quando una nuova abitudine entra nella tua giornata,

Quando scopri una cosa nuova e cominci a farla con passione e curiosità,

quando scopri un sapore nuovo e te ne innamori e non ne puoi più fare a meno.


Qualcosa cambia quando leggi un libro e ti dà idee diverse,

quando ascolti una musica e scopri che è un genere che non conoscevi, ma ti spuntare una lacrima,

quando un odore di cibo ti affascina e scopri che era ciò che prima odiavi.


Qualcosa cambia se vedi un colore diverso dal solito,

se decidi di svegliarti di umore diverso dal normale,

se decidi di alzarti prima al mattino per recitare le preghiere,

se decidi che una sera puoi andare a divertirti dove non lo hai mai fatto.


Cambia qualcosa quando i vestiti vecchi li vedi consunti e decidi di gettarli,

quando il dopobarba ha un profumo che ti ha stancato,

quando il tuo viso dimostra meno anni di quel che sai di avere,

quando ti sembra di fare cose diverse e ne hai coraggio,

ma stai solo cambiando modo di essere.


Cambia qualcosa in te se pensi che la vita che hai fatto vada modificata,

senza rimpianti per ciò che hai fatto,

ma con nostalgia per ciò che non hai fatto.


Cambia qualcosa quando ad abitudini ne sostituisci altre,

quando alle pietre che erano il muro della tua stabilità,

ne sostituisci altre che sono lucide e lisce,

e costruisci, senza vederlo, un nuovo muro, una nuova stabilità

ti senti sicuro.


Cambia qualcosa nella vita quando decidi che puoi fare cose che non avevi coraggio nemmeno di concepire,

quando capisci che sei anche altro oltre ciò che sei stato per decenni,

e che anche quest’altro ha un suo valore.


Cambia qualcosa quando accetti che la vita cambia,

che la vita non è sempre la stessa, anche se tu ci metti pesi di piombo dentro,

se capisci che il mondo gira anche se tu ti chiudi in casa,

se accetti che il freddo sostituisca il sole bollente dell’estate,

ma se apprezzi il fresco che esso porta alla tua anima.


Cambia la vita e tu non puoi evitarlo,

ma puoi cambiare tu,

puoi decidere di cambiare,

puoi decidere di vivere o stare ad osservare.

Cambia la Tua vita se Tu decidi.

Cambia la Tua vita anche se non decidi.


La vita cambia, sei Tu che puoi cambiare o no.

Spetta a Te...