mercoledì 13 ottobre 2010

OdS


Sta per “Occhi di Serpente”: un soprannome che tanto mi è piaciuto, anni fa, quando raccontai ad una cara Amica, una sorella ed una Maestra per me, di coLei a cui poi avrei donato la vita mia, e che da poco avevo conosciuto, i cui occhi verdi, ricordavano quasi quelli di un serpente...

Era un'immagine che poteva apparire crudele e densa di violenza cruda, come poteva essere anche dolce e piena di qualcosa non ben definito, ma sicuramente al contrario della crudeltà.

Quegli occhi mi hanno accompagnato in momenti di questi ultimi anni ed hanno significato pietre miliari in passaggi significativi del mio errare quaggiù.


Sono quegli occhi che in certi momenti, quando il culmine del fisico si unisce al profondo del divino ed avverti qualcosa che non puoi dire a parole, ma intuisci essere molto prezioso e raro, in quei momenti, quegli occhi diventano verdi di un color del mare profondo e calmo e che lentamente, dolce, mi invade e si abbandona e mi coinvolge. Quella è Donna che ama e che vive intensamente momenti di amore non fisico, amore che attinge direttamente al mistico dello spirito, a qualcosa di sicuramente non terreno.


Occhi verdi che ti afferrano il cuore mentre ti cavalca e ti prende come se volesse afferrarti per non lasciare di te nemmeno una briciola a perdersi in quegli istanti sicuramente unici. Sono occhi di tigre che sta per divorare una preda che ogni volta si rinnova, in un pasto felino in cui chi mangia si fa mangiare e la preda è essa stessa parte della tigre: quegli occhi sono quelli con cui vedo me stesso o forse lo sogno soltanto...


Sono gli occhi verdi che si cerchiano di rosso quando dopo giorni di estasi di vita normale, arriva la scure del distacco, e la vita ci riporta alla crudeltà vera di qualcosa con cui non si dovrebbe fare i conti a cinquant'anni. Sono le lacrime che scendono e che non sai come fermare perché non hai parole né modo, perché sono le stesse che tu verseresti se solo potessi, ma non escono perché hai finito la tua dose... o forse non l'hai mai avuta..


Sono gli occhi con cui lei carezza il viso o tutto di me quando si avvicina dopo esserci separati, quando si torna a vivere dopo un intervallo in cui il respiro trattenuto è tale che dubiti esista ossigeno per tornare qui sulla terra dopo l'inferno. Quegli occhi che sorridono pur restando verde serpente, ma che di crudeltà dentro non ne portano nemmeno l'ombra. Ed allora vorresti baciarli quegli stessi occhi che ti hanno lasciato un segno che porti dentro per sempre.


Sono occhi di donna come di ragazza, di bambina che fissa il vuoto quando soffre e soffre tanto, che ridono quando vede un dono che può essere bambola come dolce, occhi che sanno di vita e che portano vita, a me, che li amo.

Questi occhi sono occhi di Lei!

Ma sono anche gli occhi di ogni donna, potrebbero essere i tuoi, o i tuoi o quelli laggiù... sono di tutte... io uomo non li avevo mai notati, ora ho capito che sono tanti.. sono tutti, e che ho la fortuna di poterne amare due speciali... per me solo!



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