martedì 13 novembre 2012

Tempesta


Sento prurito al braccio, alzo la mano e mi gratto. Decido di di pulirmi le braccia o le gambe, le lavo, dopo averle insaponate, le sciacquo, mi strofino. Tutte azioni i del tutto normali, del tutto quotidiane.
Le osservo dall'esterno, anche da un punto di vista dove possa fare una sorta di zoom, di ingrandimento, e vedo delle parti di me, molto grandi, che vanno ad agitare peli, piccoli e fini peli, li spostano anche direi con una certa violenza, per poi pulirli e rimetterli a posto, o meglio, lasciare che se ne tornino a posto, man mano che si asciugamano. Tutto normale, molto normale,nessuno se ne scandalizza né pensa che le mie mani siano nemiche dei peli, anzi, io che sono colui che ha una certa coscienza di se stesso, sono considerato pulito e per bene, visto che mi tengo pulito e faccio queste azioni di cui sopra.

Due giorni fa sono andato al mare mentre il vento infuriava e piegava le palme della strada e gocce portate dal vento, di acqua salata, cadevano a mo' di pioggia sull'asfalto.
Visto da un punto di vista esterno, diciamo allontanandomi dalla terra di qualche km, e dando un'occhiata al mare ed al vento che dal mare proveniva, l'altro giorno ho pensato a quella scena come qualcosa di simile al mio quotidiano pulirmi, al corpo, un tutt'uno che stava provvedendo ad alcune funzioni considerate necessarie.
Nessuna “natura nemica”, nessuna mare che aggredisce la terraferma”, nessuna immagine apocalittica mi sembrava intelligente. Vedevo palme gigantesche e robuste piegarsi e flettersi sotto la spinta del vento, e poi tornare immediate a posto. Qualche ramo di albero o di palma, sul lungomare, poi dopo, l'ho trovato spezzato, in terra. Esattamente come quando mi lavo che qualche pelo, quelli più pecchi, più deboli, si stacca e cade...
Ma nulla che potesse avere a che fare con una immagine in cui una parte lottava contro un'altra.

Allora dove sta l'inghippo?
Nel nostro continuo e storico considerare la Natura come entità esterna a noi stessi, come non volerne neppure considerare la possibilità che siamo un tutt'uno, una unica entità di cui ognuno è parte e di cui vediamo processi e fenomeni ma dall'interno!

Da quando sto modificando il mio punto di vista, il paradigma con cui osservo ciò che accade e in cui sono coinvolto, cambia anche la mia reazione e il mio sentire verso le stesse situazioni. Ciò non toglie che non desideri essere trascinato via da un'onda anomala o rimanere schiacciato sotto un cornicione spazzato dal vento, ma... è diverso lo spirito con cui osservo e vivo il tutto.

Invece di passare il tempo in faccende inutili e assolutamente senza significato come alcuni dei nostri passatempi che poi, finiti, ci lasciano esattamente nel punto in cui eravamo, forse... sarebbe utile, soprattutto al nostro stato mentale e sentimentale ed emotivo, riflettere su qualcosa di sostanziale...
Ma riflettere, pensare, formulare pensieri ed idee, vuol dire poter essere indipendenti e non governabili, e questo può essere che non piaccia... e quindi continuano ad ammannirci motivi di riflessione assolutamente idioti e senza significato, per menti così indaffarate pensare diviene una chimera...


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