domenica 11 novembre 2012

Abitudini....


Sono stato fortunato. 

Sono nato 56 anni fa da due genitori, che ormai non sono più qui, da cui ho avuto affetto, serenità e calore familiare, malgrado avessero difetti come ogni essere umano di questo mondo.
Nessuna violenza di alcun tipo, eccetto il fatto che di scapaccioni sul sedere ne ho avuti, ma quella non era violenza, perché ne ho avuti solo quando è stato necessario. Nessun altro tipo di traumi particolari.
Una adolescenza serena, anche se con poco denaro, con cose essenziali e semplici, ma quelle che mi lasciano una memoria densa di affetto e un po' anche di nostalgia, lo confesso.
La domenica mattina (in realtà la cerimonia iniziava il sabato sera), quando ero piccolo giocavo, quando ero più grande studiavo, ma costantemente con un odore di sugo fatto con pomodori, alle volte con della carne a spezzatino messa a cuocere e stufare lentamente. Per ore questo tegame (allora di coccio e non di acciaio inox) in cui il rosso diventava sempre più intenso e questo odore che si spandeva in casa e faceva da sottofondo alle faccende tutte.
O la sera prima, se tutto era iniziato presto nel pomerigio del sabato, ovvero in mattinata della domenica, poi, avveniva l'altro rito: passare il tutto in quel passino a manovella, di acciaio inox, quello sì, che spesso toccava a me, in cui entrava tutto, tranne la carne, è naturale, e da ci usciva polpa.
Poi ancora a cuocere, o meglio a consumare, rapprendere, diventare quel sugo così buono con cui mia madre, poi, verso le 13, condiva la pasta che era buona come più ne ho mangiate nel tempo.

I pomodori non sono quelli che allora compravamo al mercato. Qualche contadino veniva fin là, a Roma, a vendere il prodotto del suo lavoro, e noi compravamo quasi a km zero, e gustavamo sapori che ormai abbiamo dimenticati.
In tutto ciò, la vita familiare si svolgeva in una routine direi molto ripetitiva, eppure c'era qualcosa che la rendeva bella, serena, direi unica.
Armonia. Malgrado non avessimo che una TV regalataci a forza dal nonno, e niente altro svago che una radio a valvola, ricostruita perché era un ricordo della famiglia, ma niente altro: PC, microonde, cinevison o stero a dieci canali, nemmeno l'automobile per fare le gite fuori Roma, per sfuggire alla metropoli, niente altro...

Eravamo sereni, tutti, ognuno a modo suo.

Ora provo, sto provando a riappropriami di quel calore umano. Provando....reimparando..

Sarà l'età o veramente che avverto quel che veramente è essenziale a Vivere una Vita: ora preparo il sugo di pomodoro, non sempre, ma lo faccio, provo, seppure i pomodori sono diversi. Provo a stare la domenica in casa al mattino, seppure prima mi faccio 12-15 km di footing, al mattino presto. Provo a mettermi a leggere, gustando di quel calore che emana da questi gesti semplici e banali, ma che amo, ancora o di nuovo.
Curo le piante del mio orto (per ora) sul terrazzo. Pulisco casa, riordino o organizzo il bucato. Insomma faccio qualcosa che vagamente posso dire, sono le faccende della domenica.
Ma questo non significa che non andrei volentieri fuori a fare un giro in montagna, se ne avessi la possibilità...

Ma cerco di assaporare, ricercare e ricreare quelle piccole cose, banali, quasi senza importanza, apparente, che invece sono quelle che mi rendevano serena la vita, ma che la rendevano vivibile e serena anche ai genitori con le loro preoccupazioni da adulti.

La strada per riprendere in mano la Vita, o forse per prenderla finalmente in mano, sento nel cuore mio, passa anche di qui...


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