sabato 30 agosto 2008



Al mattino d’autunno quando esci dalla casa, il fresco è quasi freddo e ti entra nelle ossa anche se sei coperto bene, ma ti piace. Quell’aria leggermente tagliente, ma non come d’inverno, ti sveglia e ti mostra luci e forme che d’estate con il caldo non hai visto, neppure immaginato, forse!


La rugiada è come sempre sui fili d’erba e come sempre forma mille diamanti che splendono alla luce del sole pigro della mattina; così come gli scoiattoli che scendono ancora insonnoliti dagli alberi a cercare cibo e che sono molto più “domestici” che durante il giorno, così come gli uccelli che quasi avvertono la stagione che volge al termine e cantano le ultime loro melodie con passione, ma con un po’ di malinconia.


Ti incammini nel sentiero dove aghi di pino ti fanno da tappeto, sono gli aghi dell’estate e le pigne cadute perché secche di caldo, ma un’aria diversa gira intorno a te e tu la percepisci, forse ignaro, anche se ti senti diverso e non sai perché.


Il rosa delle rocce dei Monti Pallidi, in alto, fa da specchio al tuo cuore che si sente come inondato di pace. Il clamore dei vacanzieri rozzi e ciechi è cessato e solo cuori sensibili percorrono ora le strade fra gli alberi nascoste alla superficie.


Il torrente scende, come durante tutto l’anno, ma l’acqua è più fresca, quasi fredda, come si preparasse al lungo ghiaccio dell’inverno, eppure sempre lo stesso rumore si ascolta se si fa silenzio, un rumore semplice, un fruscio di pace, un sentimento di tranquilla normalità, perché la Natura non ha bisogno di complicazioni per essere divina.


Mi avvio e mi fermo, devio dalla strada e raccolgo sassi o pigne strane, osservo luci che filtrano ed annuso l’aria, mi riempio di questo, di questo TUTTO che mi circonda e capisco sempre più cosa significa essere in contatto con il divino… che è in me!


E per questo, per TUTTO questo, sono GRATO!




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