sabato 2 agosto 2008

Davanti al mio Gohonzon


Stamane ho recitato daimoku e quindi Gongyo, come tutti i giorni, ornmai da tempo, ma oggi è stato un giorno diverso.


Mi ero riproposto di fare un certo periodo di daimoku, per cercare di pregare di più, vorrei fare di più, ma… mentre recitavo, all’improvviso, da dentro me.. perché ero davanti al mio Gohonzon che anche se non fisicamente, nella mia mente era davanti a me, e come non essere di fronte a se stessi?... mentre recitavo, ad occhi chiusi, così senza un vero motivo, all’improvviso, dal mio profondo, sono sgorgate lacrime, prima appena accennate, trattenute, dalla mia parte razionale (presumo!), poi sempre più dirompenti, fino a quasi impedirmi di recitare, fino ad avere quello che nei racconti descrivono come un “groppo in gola” e che forse io non avevo mai provato e che ora ho conosciuto.


Ho avuto quasi difficoltà a recitare per un momento!


Le lacrime, ad occhi chiusi, sgorgavano, da dentro, da un vaso nascosto che forse non volevo nemmeno vedere.. ma sgorgavano e nel momento di massima difficoltà e pena interiore, mi sono riuscito ad “aggrappare” al Gohonzon ed al daimoku, recitando con difficoltà, ma pian piano con forse, con la forza della disperazione con cui timoniere della mia barca, mi tenevo aggrappato al timone, nella tempesta… e.. pian piano, la mia voce ha riacquistato stabilità, non fierezza, stabilità, forza, sicurezza di farcela, sicurezza della propria possibilità!


E credo di avere recitato forse per oltre 40’, ma non mi interessa più saperlo.


Ho fatto un Gongyo bellissimo, con me stesso, pregando con il cuore in mano per me e per coloro che ho attorno e finalmente intuendo cosa è questa fede, cosa è Amore, e forse qualcosa di più sulla Vita.


Intuizione? Buddità? Autosuggestione? Non so, ma ora sono molto sereno dentro, un passo oltre il prima, conscio delle mie pene, dei miei ostacoli, dei miei “draghi”, ma un passo oltre.. e so, sento che c’è un traguardo che vale la pena rincorrere e dove posso arrivare.. o un viaggio che si fa meno penoso… non solo per me, ma anche per tutti coloro che ho attorno e che amo da dentro me stesso, anche se forse, alcuni di loro, non sanno quanto e non crederebbero a queste mie parole, che forse non leggeranno mai.


Pregherò, sarò quel che devo essere, cercando di dare sempre il massimo di me.. e come diceva Madre Teresa: “Fallo lo stesso!”, lo farò e basta!

Ora però, so veramente cosa significa avere fede e averla dentro!



GRAZIE!






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