martedì 3 dicembre 2013

Noi che.... la vita ci ha divisi in due...



Noi che la vita ci ha affettati, ci ha riservato questo dono per il resto della nostra esistenza, trovarci fatti a pezzi e divisi, in due, fra due lati di un fiume in cui immergerci è bello. Quest'acqua da cui ci siamo dissetati e tuttora in cui ci immergiamo trovando ristoro, frescura, piacere sulla pelle e nel cuore. A noi la Vita ci ha riservato questo destino: non poter andare chiaramente da una sponda e lasciare l'altra.
Proviamo, vogliamo con tutti noi stessi e lo facciamo, nuotiamo e usiamo tutta la forza che possiamo. Nuotiamo e raggiungiamo l'altra riva e ci sdraiamo esausti, vuoti di energia per la traversata, eppure felici di aver fatto il tragitto.
E poi...
Il sole si copre, una nuvola, grigia, forse anche nera di temporale, lo oscura e il caldo che ritemprava le nostre ossa si perde in un battito di ciglia e ci prende il brivido addosso. All'improvviso ci sentiamo inermi, nudi, vulnerabili ed abbiamo freddo, dentro, nell'anima.

Sappiamo che il nostro posto è là, da quel lato, ma sull'altra sponda abbiamo lasciato le nostre cose, cose che amiamo ed a cui teniamo quasi come la nostra stessa vita. Là, ad appena poche bracciate, sta la nostra roba, abbandonata là, dopo che ci ha portato fin qui da terre lontane, nel cammino che ci ha fatto traversare deserti, oltrepassare valichi altissimi e freddi, contornare laghi immensi e trovare sempre la meta. Quella roba è parte di noi. Noi siamo anche quella roba, se siamo qui, su questa riva, è anche per quella roba là.
Lasciata là.
E ci prende il freddo, nel corpo e nell'anima. E torniamo all'altra sponda, sapendo che il nostro posto non è là, eppure a vederla quella roba, a carezzarla, come fosse parte del nostro corpo, a coccolarla, a volerle bene e dirle che anche dall'altro lato del fiume... noi non la dimentichiamo, noi le vogliamo bene e le siamo grati.
Si può essere grato ad un fardello? Si può essere grati a dolore? Si può essere grati a sofferenza che nera e fredda ci ha allagato dentro per secoli? Ma quel dolore ci ha fatti, ci ha costruiti e fatti anche duri per affrontare la nostra esistenza, anche le sofferenze più grandi che la vita ci possa riservare, anche le paure che di notte ci assalgono.
Sì, siamo grati, lo sentiamo, a quella roba dobbiamo parte del nostro essere qui, quando traversiamo di nuovo il corso d'acqua.
E ci stendiamo di nuovo al sole a ritemprare le “stanche ossa” che diceva il poeta ed a prendere nuovamente fiato.
Per poi tornare a pensare alla roba che lasciamo e che in parte almeno, non vorremmo abbandonare, ma che non sappiamo come.

Noi che la vita ci ha dato questo, noi siamo una tribù, sconosciuta e senza nome e non in via di estinzione, ma una tribù sconosciuta al mondo, pur vivendo sotto gli occhi del mondo. Noi siamo tanti eppur tutti soli. Alle volte ci accade di incontrarci, ognuno con il suo fardello, con la sua roba. Condividiamo le nostre storie e le nostre paure, come le nostre gioie, poi... ci lasciamo, coscienti che ognuno deve proseguire per la sua propria via.

Osserviamo l'altro di lontano. Lo capiamo. Capiamo le sue paure ed il suo soffrire ed il suo arrancare. Alle volte quasi ci consoliamo sapendo che noi quel pezzo di strada lo abbiamo già passato, ma poi, senza pensare che ne abbiamo altra anche noi. Noi siamo tanti soli viandanti, siamo una infinità eppure siamo sempre con noi stessi. Quando al mattino passiamo davanti allo specchio, se per lavarci o farci la barba o altro, scorgiamo sempre quel viso, che cambia lentamente nel tempo, ma che ci appare sempre il medesimo: il nostro.

Siamo nella folla, eppure siamo soli, con la nostra roba. E nessuno sa quel che proviamo dentro. Proviamo, parliamo, scriviamo, raccontiamo alla TV, eppure, poi, dopo, torniamo ad essere con noi stessi.

A noi la Vita ci ha dato questo, e questo portiamo sulle spalle e dentro l'anima. E così impariamo a gioire delle piccole cose, del niente che forma sommato ad altri miliardi di niente, i nostri giorni umani su questa terra.
Impariamo a sorseggiare ogni attimo di sole, ogni minimo calore sulla pelle o nelle ossa, o nell'anima ed a gustarlo, grati alla Vita.
Noi che la vita ci divisi in due, alle volte, amiamo anche più la Vita, anche se dietro le spalle, abbiamo sempre quell'altra riva, lontana eppure nota....



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