Noi che
la vita ci ha affettati, ci ha riservato questo dono per il
resto della nostra esistenza, trovarci fatti a pezzi e divisi, in
due, fra due lati di un fiume in cui immergerci è bello. Quest'acqua
da cui ci siamo dissetati e tuttora in cui ci immergiamo trovando
ristoro, frescura, piacere sulla pelle e nel cuore. A noi la Vita ci
ha riservato questo destino: non poter andare chiaramente da una
sponda e lasciare l'altra.
Proviamo,
vogliamo con tutti noi stessi e lo facciamo, nuotiamo e usiamo tutta
la forza che possiamo. Nuotiamo e raggiungiamo l'altra riva e ci
sdraiamo esausti, vuoti di energia per la traversata, eppure felici
di aver fatto il tragitto.
E poi...
Il sole
si copre, una nuvola, grigia, forse anche nera di temporale, lo
oscura e il caldo che ritemprava le nostre ossa si perde in un
battito di ciglia e ci prende il brivido addosso. All'improvviso ci
sentiamo inermi, nudi, vulnerabili ed abbiamo freddo, dentro,
nell'anima.
Sappiamo
che il nostro posto è là, da quel lato, ma sull'altra sponda
abbiamo lasciato le nostre cose, cose che amiamo ed a cui teniamo
quasi come la nostra stessa vita. Là, ad appena poche bracciate, sta
la nostra roba, abbandonata là, dopo che ci ha portato fin
qui da terre lontane, nel cammino che ci ha fatto traversare deserti,
oltrepassare valichi altissimi e freddi, contornare laghi immensi e
trovare sempre la meta. Quella roba è parte di noi. Noi siamo
anche quella roba, se siamo qui, su questa riva, è anche per
quella roba là.
Lasciata
là.
E ci
prende il freddo, nel corpo e nell'anima. E torniamo all'altra
sponda, sapendo che il nostro posto non è là, eppure a vederla
quella roba, a carezzarla, come fosse parte del nostro corpo, a
coccolarla, a volerle bene e dirle che anche dall'altro lato del
fiume... noi non la dimentichiamo, noi le vogliamo bene e le siamo
grati.
Si può
essere grato ad un fardello? Si può essere grati a dolore? Si può
essere grati a sofferenza che nera e fredda ci ha allagato dentro per
secoli? Ma quel dolore ci ha fatti, ci ha costruiti e fatti anche
duri per affrontare la nostra esistenza, anche le sofferenze più
grandi che la vita ci possa riservare, anche le paure che di notte ci
assalgono.
Sì,
siamo grati, lo sentiamo, a quella roba dobbiamo parte del
nostro essere qui, quando traversiamo di nuovo il corso d'acqua.
E ci
stendiamo di nuovo al sole a ritemprare le “stanche ossa” che
diceva il poeta ed a prendere nuovamente fiato.
Per poi
tornare a pensare alla roba che lasciamo e che in parte almeno, non
vorremmo abbandonare, ma che non sappiamo come.
Noi che
la vita ci ha dato questo, noi siamo una tribù, sconosciuta e senza
nome e non in via di estinzione, ma una tribù sconosciuta al mondo,
pur vivendo sotto gli occhi del mondo. Noi siamo tanti eppur tutti
soli. Alle volte ci accade di incontrarci, ognuno con il suo
fardello, con la sua roba. Condividiamo le nostre storie e le
nostre paure, come le nostre gioie, poi... ci lasciamo, coscienti che
ognuno deve proseguire per la sua propria via.
Osserviamo
l'altro di lontano. Lo capiamo. Capiamo le sue paure ed il suo
soffrire ed il suo arrancare. Alle volte quasi ci consoliamo sapendo
che noi quel pezzo di strada lo abbiamo già passato, ma poi, senza
pensare che ne abbiamo altra anche noi. Noi siamo tanti soli
viandanti, siamo una infinità eppure siamo sempre con noi stessi.
Quando al mattino passiamo davanti allo specchio, se per lavarci o
farci la barba o altro, scorgiamo sempre quel viso, che cambia
lentamente nel tempo, ma che ci appare sempre il medesimo: il nostro.
Siamo
nella folla, eppure siamo soli, con la nostra roba. E nessuno sa quel
che proviamo dentro. Proviamo, parliamo, scriviamo, raccontiamo alla
TV, eppure, poi, dopo, torniamo ad essere con noi stessi.
A noi la
Vita ci ha dato questo, e questo portiamo sulle spalle e dentro
l'anima. E così impariamo a gioire delle piccole cose, del niente
che forma sommato ad altri miliardi di niente, i nostri
giorni umani su questa terra.
Impariamo
a sorseggiare ogni attimo di sole, ogni minimo calore sulla pelle o
nelle ossa, o nell'anima ed a gustarlo, grati alla Vita.
Noi che
la vita ci divisi in due, alle volte, amiamo anche più la Vita,
anche se dietro le spalle, abbiamo sempre quell'altra riva, lontana
eppure nota....
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