martedì 24 luglio 2012

Grigio in alto




Oggi per i bollettini e per la moltitudine vociante della massa di esperti meteo, è brutto tempo, per questa zona del mio Paese è brutto tempo!
E dato che è brutto tempo, indirettamente, è anche un po' un problema: non lo dice chiaro nessuno, ma è un po' così...

Oggi per me è un giorno bello!
Non particolare, non unico per un motivo speciale, ma è bello, e proprio perché al mio affacciarmi alla finestra, ho scorto nubi grigie, una luce strana, diversa da quella che in questo periodo sono solito scorgere, senza nuvole, lucente e brillante, il bel tempo che specie al mare è molto particolare, ma anche molto normale...
Gioca senz'altro il fatto che io sono anomale, diverso, forse un po' troppo diverso ed anche da scostare... non so, ma non importa, non ora. A me il tempo così suscita emozioni strane, diverse e molto intense, come se risuonasse, in me, qualcosa di antico, che viene da secoli o vite passate, non so bene. Eppure quando è così, che sia al mare, o in montagna, sento bene, sento qualcosa dentro, che si distende, che è come se rilassasse tutto il mio essere.
Eppure sto bene al sole, specie quello caldo, ma secco, intenso ma freddo, che godo fra le montagne.
Ricordo ancora le volte che me lo sono goduto, facendolo entrare nelle ossa, nella mente, in tutto me stesso, quando ero sotto pareti grigie e imponenti, dritte eppure dolci allo sguardo, quelle pareti che alle volte ho salito ed altre ho fuggito, intimorito dal loro essere così, intense, potentemente profonde, di qualcosa che avvertivo e mai ho saputo e voluto spiegare e che non era banale paura di farmi male, cadere e morire, ma era altro, forse rispetto, forse timore reverenziale, non so...
Allora il sole, il suo calore, il suo abbraccio, me lo sono goduto.
Come altrettanto al mare, scorrendo la striscia di bagnasciuga, quando le mie orme rimanevano dove la sabbia è bagnata e poi lisciata dall'onda che segue. Quando al silenzio del mattino, si sostituisce il frusciare della risacca, o lo strillo dei bianchi pennuti di mare. Ma nessun umano.
Allora i raggi che salgono, che radono l'acqua, che carezzano le creste della marea, allora il sole, è mio amico, lo amo, lo saluto, lo desidero.

Epperò, oggi che è nascosto, che dorme seduto o steso, non so, fra le grigie filacce del cielo, oggi che ancora riposa delle fatiche dell'estate, oggi che il grigio non è nel cielo, ma intorno a me, eppure fascinoso, e intrigante, oggi che ancora sento odore di terra bagnata, oggi che lui sia là, a me fa piacere.
Quando piove e le gocce cadono lente, oppure il loro rumore fa eco particolare; quando sembra quasi che l'autunno si affaccia, anche se siamo prima del ferragosto, allora io sento una gioia intensa e viva che non so spiegare anche se non interessa, ma soprattutto che non so descrivere, eppure anche la vivo, eccome.
Ma anche se le gocce sono solo là, in cielo, forse nei serbatoi di dio, oppure laggiù, sul mare, che lavano il male delle isole lontane che interrompono il piatto dell'orizzonte; anche così, io sento gioia, immotivata se vogliamo, se stiamo ai canoni, se ragioniamo con la tradizione: eppure io sento gioia, e la vivo, e la godo tutta. Dentro!

Ed allora mi affaccio, rubo questi ultimi attimi prima che la civiltà invada con i suoi rumori, con la sua furia di normalità, la pace. Rubo momenti in cui veramente avverto Dio nella vita, e lo avverto non perché divino, ma perché la Vita lo mostra e lo offre e lo manifesta, nel suo essere Vita, essere Natura, essere Terra Madre, non so dire, ma lo so.
Lo sguardo non indugia in niente, il pensiero non si fissa né si concentra, ma corre, o forse non si muove neppure, e questo, per attimi, per istanti infinitesimi, è qualcosa di talmente alto, profondo e unico, che ringrazio, non so bene chi, ma anche questo non importa, è sono felice.
Dentro!


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