sabato 31 marzo 2012

Deep Route

Vado nel buio, dentro, nel profondo,

scendo, giro ogni angolo, scruto dietro ognuno,

curioso eppure con timore.

Oso ad ogni svolta e non so se me la sento, eppure lo faccio,

seguo un antico istinto, una voce che mi chiama dal tempo,

sento questo richiamo e ne seguo l'antico odore,

questa mano che mi afferra e mi porta là, a scrutare.


Ogni modo, ogni via, ogni maestro è quello giusto,

ogni momento, ogni strada porta laggiù.

Non esiste un solo sentiero, non ne esiste uno solo,

mille, un milione, infiniti,

per ognuno di noi tanti, eppure ogni volta diversi.

Ogni stagione mia ha i suoi percorsi,

ogni passato ha messo le sue strade a farmi fare la via,

ogni sguardo mi ha portato oltre l'orizzonte,

anche quando credevo di cercare solo acqua

o cibo, o pace.

Ogni volta è stato uno scendere, diverso, sempre nuovo.


Oggi seguo questo, una scala a chiocciola,

come nelle antiche case del medioevo,

oppure nelle torri di pietra dove magie avvenivano,

e la vita sembrava mutare e divenire altro.

Ora la mia vita sembra mutare,

ma forse sono io solo che cambio,

che modifico il mio guardare,

il mio ascoltare verso quello che arriva.


Mi trovo al ciglio, sul bordo della valle,

dopo un cammino buio, stretto, denso di stalattiti

od ostacoli al mio passaggio;

sono qui, al bordo, prima di scendere,

la parte finale, forse, la discesa ultima.

Sono al bordo della valle verde,

dove acqua e vita si vedono in fondo,

dove la pace ammanta il tutto,

dove intuisco essere quel che stavo forse inseguendo.


Scenderò, ma chi sa,

forse sarà solo una pausa,

prima di iniziare la ricerca, quella vera,

chi sa.


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