lunedì 7 febbraio 2011

Dolore e sincerità

Ero dalla veterinaria, attendevo di riprendere la mia gatta, aspettavo con pazienza, la dottoressa mi aveva gentilmente chiesto un po' di tempo e volentieri stavo là, ad osservare gli altri, "i padroni degli aninali",... non era teatro, non era spettacolo alla TV , bensì vita di ogni giorno in una normale cittadina laziale, in una normale serata di gennaio.

In piedi attendeva una ragazza elegantemente vestita, truccata e carina, sui 25/28 anni, con un cane al guinzaglio. Stava là in piedi davanti alla scrivania della dottoressa, la vedevo di sbieco, ne vedevo i lineamenti belli, ma qualcosa nello sguardo non era sereno.
Nel sottofondo la frase della dottoressa: "Ora prendiamo le radiografie che.. purtoppo non sono per nulla belle", la sua voce di ferrarese trapiantata nel Lazio, efficiente e brava, ma imperturbabile dietro la maschera professionale, la dottoressa si spoatava qui e là, la vedevo muoversi.

Una voce di donna ha chiesto alla ragazza: "Cos'ha?" riferita ad una cane nero, piccolo, una specie di volpino, evidentemente incrocio bastardo fra una razza nobile ed una qualunque. Questo non lo avevo visto prima, era il secondo della ragazza, il più piccolo, si è mosso lentamente ed a fatica da dietro la scrivania, dove stava ad attendere il suo responso.
Lacrime.. il viso della ragazza improvvisamente si è riempito di lacrime e si è trasformato in una maschera dove il dolore ha fatto irruzione, evidentemente frenato dalla "buona educazione": "Un tumore .." ha biascicato, annegando nel pianto e tirando su col naso.

La dottoressa efficiente si è avvicinata e le ha fatto una carezza sui capelli, la professionista si era commossa, aveva mostrato che dietro il suo camice bianco c'è una donna, un Essere umano che ama un animale e che capisce chi fa altrettanto; le ha porto un fazzoletto, gesto bello e semplice che testimonia complicità ed amore umano, stavolta di un essere come la ragazza, che soffre.

La ragazza con gli occhi truccati, ma ora cerchiati di rosso ha pagato, ha sopportato la trafila bancomat, ricevuta fiscale, cercando di ricacciare le lacrime, ma era evidente che stava facendo qualcosa che non voleva, avrebbe dovuto e voluto piangere il suo dolore, quello di un amico. Un amico reale!


Di queste scene ne esistono milioni, e ne esisteranno altrettante verso esseri umani, ne ho viste io stesso quando il fratello della mia ex moglie è stato dichiarato "condannato"...
ma mi colpisce sempre quando un umano si lascia andare per un animale, quell'essere che non ha le incastellature che noi mostriamo ad ogni passo, querl'essere che ti dona se stesso come la natura gli fa fare, come il mio gatto, pardon "gatta" che mi sale sulle gambe soltanto quando le va, ma che mostra l'affetto e ne mostra molto di più e più vero di quello di tante mie cosidette "amiche"...

Mi ha intenerito la ragazza e le ho voluto bene.
Nulla di che.
Forse ora che scrivo il cane è già morto o lei lo sta vegliando piangente, ma pur sempre un umano si spoglia di sé e delle varie scene di teatro in cui recita la vita, quando davanti ha un essere semplice, ma reale e sincero; osservare questo è sempre una lezione, almeno per me.

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