sabato 14 aprile 2012

Il legno, la natura, il mio dialogo silenzioso



Da qualche mese, così, apparentemente in modo inusitato e casuale, ho inziato a lavorare con il legno, piccoli oggetti che per me, tutti, sono come qualcosa di diverso, non so dire bene... eppure è così.

Oggi ho trovato, leggendo le ultime pagione del bel libro di Etain Addey "Una gioia silenziosa", la vera spiegazione di ciò che provo:

Ecco quella che è l'essenza del mio rapporto con il legno e con i suoi doni che escono tramite me:


“....così intrisi della presunta solitudine della coscienza umana,... non riusciamo a credere che ci possa essere una risposta personale, qui ed ora, da una pianta o da un animale che divide con noi questo momento sulla terra. E se la risposta arriva, non lza riconosciamo neanche...

...l'occhio della natura selvatica è ben posato su di noi, esiste un rapporto assolutamente personale, l'intenzionalità della natura esiste e ci contempla, ma per scoprirlo bisogna accantonare il nostro cinismo e avere la pazienza di osservare cosa succede e poi riflettere a lungo per capirne i nessi.

richiede una vita in cui ci sia molto silenzio e molto tempo.. ci vuole una condizione mentale recettiva, simile a quella del sonno o dl sogno.

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Ho deciso di fidarmi delle mie sensazioni... Forse è bene provare a tenere in considerazione l'intima esperienza e vedere se, accordandole fiducia, si aprono altre conversazioni silenziose.”


Plotino scrive: “Non dovevi domandare, ma comprendere, anche tu in silenzio, come io stessa [la natura] taccio e sono avvezza a non parlare.


(E. Addey “ Una gioia silenziosa”)


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