sabato 6 agosto 2011



E' una estate tranquilla, fino ad oggi non si smania di notte, anzi, ci si copre, e questo mi fa amarla, quest'estate, mi fa apprezzare anche il caldo, io che del freddo mi nutro, e che dal caldo mi faccio riportare ad atmosfere di confusione e cattive sensazioni.

Mi sono alzato, ripreso dal rilascio completo di me stesso nella notte, sono venuto a farmi la tazza di caffé con cui gusto il tornare a me stesso. Non ho buttato subito lo sguardo fuori dalla finestra, anche se il terrazzo è aperto, se nulla poteva impedirlo. Avevo ancora nella testa il mio stare fra le lenzuola, lasciando che la mente vagasse nel blu, fra sprazzi di nuvole, per poi gettarsi in picchiata su colline o montagne e rasentasse l' acqua dell'oceano assaporando il vento della velocità con ci volava intorno.


La gatta miagola reclamando il suo diritto, il suo volere attenzione e amore e cibo; si strofina e parla, mi guarda e le getto una carezza, la afferro e la porto a me, al cuore, per farle sentire che batte anche per lei: siamo uniti ormai, oltre un anno di vita sotto le stesse giornate.

L'occhio avverte il grigio, avverte meno luce del solito. E' estate, il sole sorge presto, sono abituato a trovarlo già all'opera quando mi alzo io: avvolgere le cose, delicato e silenzioso, carezzare le anime mentre ancora cercano la dimensione del giorno che le invade.

Oggi non lo sento smazzettare in giro e volgo gli occhi al cielo: è grigio.

Non piove, non è autunno, è estate, eppure c'è meno luce: c'è la nebbia!


Gioisco dentro me, quella parte malinconica e triste che ama il silenzio e la quiete e che ascolta il respiro di ciò che vive, gioisce e si gode questa scoperta.

Il bambino che scarta i regali di Natale, così per una frazione di tempo mi sento io.

La osservo, la carezzo io ora, la assaggio, la nebbia.

E' nebbia d'estate, non porta pioggia, non è quella che “...piovigginando sale” e spinge a chiudersi in casa per ripararsi dal freddo, ma è pur sempre nebbia, è tranquillo silenzio, per me.


Quando cambi le lenzuola sul letto, ne metti di pulite e profumate (il profumo di pulito è una cosa che ci fa impazzire a noi moderni, senza di lui, pare non ci sia pulito vero...), vedi le lenzuola abbracciare il materasso, coprire eppure carezzare, vedi coprire con dolcezza e già pregusti anche il tuo goderne. Così questa nebbia che carezza la mia anima come la casa di fronte, l'auto solitaria che scorre nella strada poco lontana come il gatto che nel cortile sta sonnecchiando ed aspetta la sua realtà: il mangiare dalla padrona, dopo la notte.


I rumori affondano nella nebbia, lei li assorbe e li restituisce cambiati, addolciti, anche smussati, come quelle immagini dove tutto è diverso e gli spigoli non esistono e ogni cosa si fonde all'altra pur rimamendo immagine ben chiara. Così la nebba mi rende questo regalo d'estate e me ne rallegro dentro.


Più tardi il sole verrà a spazzare questo sporco che inquina l'estate dei villeggianti di città, verrà a rimettere le cose a posto, come il ristoratore che rassettta la tavola, leva le molliche e toglie lo sporco, quando ti siedi per fare il tuo pasto e lui prepara la tua tavola.


Ma sarà dopo, sarà fra un'ora, forse due, forse oggi non verrà per niente, farà riposo, chi lo può dire.

Intanto assaporo questa, ascolto questo silenzio, lentamente e gradualmente infranto dai rumori della cittadina che torna in sé nel nuovo giorno che viene messo in campo.

Io gusto di questo e metto nello scrigino del cuore. Regali la natura me ne fa, sono preziosi e valgono vite intere passate a correre, me ne rendo conto sempre più e quindi metto da parte l'emozione, accarezzo il cuore che si scalda di questo, e continuo a impilare giorni, masticandoli più lentamente e scoprendone il sapore in ogni angolo, scoprendo che ogni cosa, di sapori, ne ha mille, nascosti, mai notati, e che oggi io ne riconosco alcuni di più che un tempo.


La malinconia non mi rattrista dentro, ma mi rallenta, mi placa i pensieri e me la sento amica. La nebbia copre anch'essa, e mi restituisce l'immagine del mondo addolcita di sé.


Ogni cosa ha mille volti, possiamo vivere mille anni e sempre ne troviamo di nuovi.

Spero di avere sempre spazio nella libreria del mio cuore, non ne voglio perdere uno, valgono tutti.


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